giovedì 20 marzo 2008

«Abu Ghraib? Rumsfeld sapeva»


Lynndie England, la soldatessa delle foto choc sulle torture nel carcere iracheno l'ex segretario alla Difesa

Intervista a stern: «e bush come poteva ignorare?»




MILANO - Dopo aver trascorso 521 giorni in carcere, Lynndie England, la soldatessa statunitense simbolo di Abu Ghraib, ritratta nelle foto delle torture ai prigionieri iracheni che hanno fatto il giro del mondo, è tornata in libertà. Dimostrando subito, con un'intervista a Stern (il settimanale tedesco sarà in edicola mercoledì, ma la versione online è già disponibile) di voler dire la sua senza usare mezzi termini nei confronti dell'Amministrazione statunitense.


ACCUSE A BUSH - Nell'intervista la soldatessa Lynndie sostiene che l'allora segretario alla Difesa, quel Donald Rumsfeld che la definì una «mela marcia» assieme a George W. Bush, «sapeva quel che accadeva» nella prigione dello scandalo. Rumsfeld, afferma la England, «era stato nella prigione quando io ero lì. E se c'era stato non poteva non sapere. E Bush? Lui è il capo», dice la soldatessa, giudicando impossibile l'ipotesi che il presidente americano ignorasse quanto accadeva nella prigione irachena di Abu Ghraib. Tra silenzi, singhiozzi e qualche reticenza, Lynddie England, che nella lunga intervista punta il dito anche sull’uso delle foto-scandalo da parte dei media, spiega di sentirsi adesso «una marionetta nella mani del Governo» e rinnova il suo «dispiacere» per le torture.



Foto tratte dal "Washington Post"

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