giovedì 11 settembre 2008

115 bugie del governo Bush sull’11 settembre 2001

UN DOCENTE UNIVERSITARIO FA LE PULCI AL RAPPORTO DELLA COMMISSIONE D’INCHIESTA INSEDIATA DALLA CASA BIANCA
Eccole, nella sintesi curata da Reseau Voltaire(Traduzione di Luigia Meletti)

Dall’11 settembre 2001 ancora non esiste una versione ufficiale di quegli attentati. Non è stata aperta alcuna inchiesta giudiziaria né parlamentare.C’è solo una versione governativa, ufficiosa, divulgata da una Commissione Presidenziale. David Ray Griffin (docente di logica all’università di Claremont) l’ha analizzata, rilevandovi 115 tra bugie e omissioni. Le ha pubblicate nel libro Omissioni e manipolazioni della Commissione d’inchiesta, edito negli Stati Uniti.Eccole, escluse quelle ritenute dal traduttore ripetitive o eccessivamente tecniche.(È stata mantenuta la numerazione del libro.)

1. La Commissione governativa non fa riferimento al fatto (provato) che almeno sei presunti pirati dell’aria (tra cui Waleed al-Shehri, che la Commissione accusa di aver pugnalato una hostess del volo UA11 prima dello schianto sulla Torre Nord del World Trade Center), sono ancora vivi.

2. La Commissione non fa riferimento alle provate abitudini di Mohamed Atta (per esempio la sua inclinazione per alcol, carne di maiale, danze erotiche private) che contraddicono quanto la Commissione sostiene descrivendolo come un mussulmano fanatico.

3. La Commissione ignora il fatto (provato) che Hani Hanjour era un pilota troppo incompetente per condurre un aereo di linea a schiantarsi sul Pentagono.

4. La Commissione censura che le liste dei passeggeri divulgate dalle compagnie aeree non contenevano alcun nominativo arabo.

5. La Commissione non dice che mai un incendio ha causato il crollo totale di un grattacielo a struttura d’acciaio, né prima né dopo l’11 settembre.

6. La Commissione non dice che gli incendi delle Torri Gemelle, per intensità e durata, non sono stati pari ad altri che, scoppiati in grattacieli con simile struttura, non ne hanno causato il crollo.

7. Accettata l’ipotesi che i crolli siano stati provocati da un incendio, la Commissione non ha tratto la conclusione che la Torre Sud, colpita dopo la Torre Nord e in preda a fiamme di minore intensità, non poteva crollare per prima.

8. La Commissione non dice che l’edificio n. 7 del WTC (che non è stato toccato da alcun aereo e che fu teatro solo di piccoli incendi localizzati) è anch’esso crollato. Fatto che l’Agenzia Federale per il Trattamento delle Emergenze (FEMA) non è stata in grado di spiegare.

9. La Commissione non dice che il crollo delle Torri Gemelle e dell’edificio n. 7 presenta almeno 10 delle caratteristiche proprie di una demolizione controllata.

10. La Commissione asserisce che il cuore della struttura di ciascuna delle Torri Gemelle era “un pozzo d’acciaio vuoto”. L’affermazione nega la presenza di 47 massicce colonne d’acciaio che costituivano in realtà il cuore di ciascuna torre e che, secondo la cosiddetta teoria dei “piani impilati” (the “pancake theory”) applicata ai crolli, avrebbero dovuto rimanere innalzate verso il cielo per numerose decine di metri.

11. La Commissione non menziona il fatto che Larry Silverstein (il proprietario del WTC) ha dichiarato di aver deciso, in accordo con i pompieri, di demolire (to “pull”, idioma tecnico) l’edificio n. 7.

12. La Commissione non dice che l’acciaio degli edifici del WTC fu rapidamente sgomberato dalla scena del crimine e imbarcato su navi con destinazione straniera prima di poter essere analizzato per cercarvi tracce di esplosivo.

13. La Commissione non dice che l’edificio n. 7 è stato evacuato prima del crollo. La ragione ufficiale del rapido sgombero dell’acciaio (ossia che alcune persone avrebbero potuto essere ancora vive sotto i detriti) non aveva perciò alcun senso.

14. La Commissione omette di dire che il sindaco di New York, Rudolf Giuliani, ha dichiarato di essere stato preavvertito dell’imminente crollo del WTC .

15. La Commissione omette il fatto che Marvin Bush e Wirt Walker III, rispettivamente fratello e cugino del presidente Bush, erano entrambi direttori della società incaricata della sicurezza del WTC.

16. La Commissione omette di dire che l’ala ovest del Pentagono (quella colpita) rappresentava, per numerose ragioni, un obiettivo minore per i terroristi.

17. La Commissione non riferisce delle perplessità che i danni subiti dal Pentagono hanno suscitato. Sono infatti difficilmente compatibili con l’impatto di un Boeing 757 in corsa a una velocità di diverse centinaia di chilometri all’ora.18. La Commissione non menziona le foto che dimostrano che la facciata dell’ala Ovest del Pentagono è crollata 30 minuti dopo l’impatto e che il buco di entrata sembra troppo piccolo per un Boeing 757.19. La Commissione non riporta le testimonianze contraddittorie sulla presenza di resti visibili di un Boeing 757 all’interno e all’esterno del Pentagono.20. La Commissione non si è preoccupata di accertare se il Pentagono disponesse o meno di un sistema di difesa antimissile in grado di abbattere un aereo di linea commerciale, nonostante la Commissione stessa avanzi l’ipotesi che Al Qaeda non abbia attaccato una centrale nucleare ritenendola dotata di un sistema di difesa di questo tipo.21. La Commissione omette di dire che le immagini di diverse videocamere di sorveglianza (comprese quelle della stazione di servizio di fronte al Pentagono, il cui filmato fu sequestrato dall’FBI immediatamente dopo l’impatto) potrebbero aiutare a stabilire ciò che realmente ha colpito il Pentagono.22. La Commissione non riporta il riferimento del ministro della Difesa D. Rumsfeld a “un missile (utilizzato) per danneggiare (il Pentagono)”.23. La Commissione si è accontentata della spiegazione insoddisfacente del perché i Servizi Segreti permisero al Presidente Bush di rimanere nella scuola di Sarasota. Secondo la versione ufficiale, in quel momento i Servizi Segreti avrebbero dovuto invece considerare la scuola il possibile obiettivo di uno degli aeree dirottati (visto appunto che ospitava il presidente).24. La Commissione non è stata in grado di spiegare perché i Servizi Segreti non abbiano chiesto la protezione dei caccia per l’Air Force One (l’aereo presidenziale).25. La Commissione afferma che, quando il corteo presidenziale arrivò alla scuola di Sarasota, nessuno del servizio di sicurezza sapeva che più aerei erano stati dirottati.26. La Commissione omette il rapporto da cui risulta che il ministro della Giustizia, John Ashcroft, fu avvisato prima dell’11 settembre di non prendere linee aeree commerciali.27. La Commissione non riporta l’affermazione di David Schippers di aver invano tentato, nelle sei settimane precedenti l’11 settembre, di trasmettere al ministro della Giustizia, John Ashcroft, informazioni, fornite da agenti dell’FBI, su possibili attacchi terroristici nella zona sud di Manhattan.28. La Commissione omette di dire che agenti FBI avrebbero affermato di essere venuti a conoscenza degli obiettivi e delle date degli attacchi terroristici molto tempo prima dell’11 settembre.29. La Commissione afferma che l’aumento inusuale, prima dell’11 settembre, del volume degli acquisti delle opzioni al ribasso [delle azioni delle compagnie aeree coinvolte negli attentati e su quelle delle immobiliari proprietarie dei grattacieli caduti, ndr] non implica che i compratori fossero stati avvisati in anticipo degli attacchi terroristici. 30. La Commissione non menziona i rapporti secondo i quali il sindaco di San Francisco, Willie Brown, e alcuni responsabili del Pentagono furono avvertiti di non prendere l’aereo l’11 settembre.31. La Commissione non menziona il rapporto secondo cui nel luglio 2001 Osama bin Laden, già allora il criminale più ricercato degli Stati Uniti, fu curato all’ospedale americano di Dubai, dove ricevette anche la visita dell’agente locale della CIA.32. La Commissione non riferisce degli articoli che ipotizzarono che, dopo l’11 settembre, Osama bin Laden sia stato fatto deliberatamente scappare dall’esercito americano.33. La Commissione non menziona rapporti, come quello della visita a Osama bin Laden del capo dei servizi segreti sauditi all’ospedale di Dubai [vedi bugia n. 31, ndr], in contraddizione con la versione ufficiale secondo la quale Osama era stato rinnegato dalla sua famiglia e dal suo Paese.34. La Commissione non menziona la testimonianza di Abu Zubaydah, secondo cui tre membri della famiglia reale saudita (che morirono tutti misteriosamente a otto giorni di intervallo l’uno dall’altro) erano finanziatori di Al Qaeda e sapevano anticipatamente degli attacchi dell’11 settembre.35. La Commissione smentisce di aver trovato prova del finanziamento di Al Qaeda da parte dei sauditi.36. La Commissione smentisce di aver trovato prova che denaro della moglie del principe saudita Bandar, la principessa Haifa, finì nelle mani di agenti di Al Qaeda.37. La Commissione nega, ignorando la distinzione fra voli privati e voli commerciali, che il volo privato che il 13 settembre trasportava dei sauditi da Tampa a Lexington abbia violato le norme sullo spazio aereo.38. La Commissione smentisce che, poco dopo l’11 settembre, alcuni sauditi furono autorizzati a lasciare il territorio degli Stati Uniti senza essere stati sottoposti a indagini approfondite.39. La Commissione ignora la prova che il principe Bandar ottenne dalla Casa Bianca una speciale autorizzazione per voli sauditi negli Usa.40. (omissis)41. La Commissione non riporta l’affermazione dell’agente dell’FBI di Chicago Robert Wright di essere stato oggetto di intimidazioni da parte del quartier generale dell’FBI che chiuse la sua inchiesta su una cellula terroristica e poi tentò di impedirgli di pubblicare un libro sull’argomento.42. La Commissione omette la prova che il quartier generale dell’FBI sabotò il tentativo di Coleen Rowley e di altri agenti dell’FBI di Minneapolis di ottenere un mandato per cercare il computer di Zacarias Moussaoui.43. La Commissione non riporta la deposizione di tre ore e trenta minuti nella quale Sibel Edmonds, ex traduttrice dell’FBI turco-americana, rivela che all’interno del quartier generale dell’FBI ci furono importanti dissimulazioni sui fatti dell’11 settembre. Il contenuto della deposizione è stato reso pubblico dalla Edmonds stessa in una lettera indirizzata al Presidente della Commissione Kean.44. La Commissione non riporta il fatto che, una settimana prima dell’11 settembre, il generale Mahmoud Ahmad, capo dell’ISI (i servizi segreti pachistani), si trovava a Washington, dove ha incontrato il Direttore della CIA George Tenet e altri alti dirigenti.45. La Commissione non menziona la prova che il generale Mahmoud Ahmad, prima dell’11 settembre, aveva ordinato l’invio di 100.000 dollari a Mohamed Atta, uno dei presunti dirottatori.46. La Commissione afferma di non aver trovato alcuna prova del finanziamento di Al Qaeda da parte di governi stranieri, compreso il Pakistan.47. La Commissione non cita il rapporto secondo cui l’amministrazione Bush, dopo la divulgazione della notizia dell’invio di denaro a Mohamed Atta, fece pressione sul Pakistan per far rimuovere Ahmad dall’incarico di capo dell’ISI.48. La Commissione omette la prova che dietro l’assassinio di Ahmad Shah Massoud (comandante dell’Alleanza del Nord in Afganistan), avvenuto il 9 settembre 2001 subito dopo un incontro, durato una settimana, tra responsabili della CIA e dell’ISI, c’era non solamente Al Qaeda, ma anche l’ISI.49. La Commissione omette la prova che l’ISI è implicato nel rapimento e nell’assassinio di Daniel Pearl (1° febbraio 2002), giornalista del Wall Street Journal.50. La Commissione non cita il rapporto di Gerald Posner nel quale risulta che Abu Zubaydah affermò che un ufficiale militare pachistano, Mushaf Ali Mir, in stretti rapporti con l’ISI e Al Qaeda, sapeva in anticipo degli attacchi dell’11 settembre.51. La Commissione ignora il fatto che già nel 1999 Rajaa Gulum Abbas, un agente dell’ISI, aveva detto che le Torri Gemelle sarebbero “crollate”.52. La Commissione non dice che il Presidente Bush e altri membri della sua Amministrazione si riferirono più volte agli attacchi dell’11 settembre come a delle “opportunità”.53. La Commissione non dice che il Progetto per il Nuovo Secolo Americano (The Project for the New American Century), di cui numerosi membri divennero figure chiavi dell’amministrazione Bush, pubblicò nel 2000 un documento in cui si affermava che una "nuova Pearl Harbour " sarebbe stata utile per ottenere fondi destinati a un rapido rinnovamento tecnologico dell’apparato militare americano.54. La Commissione non dice che Donald Rumsfeld, allora presidente della commissione dell’US Space Command, per la quale aveva già richiesto un incremento di budget, la sera stessa dell’11 settembre ne approfittò per assicurarsi i finanziamenti voluti.55. La Commissione non dice che i tre uomini responsabili dell’incapacità dell’apparato di difesa americano di prevenire gli attacchi dell’11 settembre (il ministro Rumsfeld, il generale Richard Myers e il generale Ralph Eberhart) erano anche i principali promotori dell’US Space Command.56. La Commissione non dice che Unocal (multinazionale Usa, di cui è stata massimo dirigente Condoleezza Rice) aveva dichiarato che i talebani non erano in grado di garantire la sicurezza necessaria per l’avvio della costruzione dei condotti di petrolio e di gas dal bacino del Mar Caspio attraverso l’Afghanistan e il Pakistan.57. La Commissione non dà conto del rapporto secondo cui rappresentanti degli Stati Uniti dissero, in occasione di una riunione avvenuta nel luglio 2001, che, poiché i talebani rifiutavano la costruzione dell’oleodotto voluto dagli Usa, in ottobre sarebbe cominciata una guerra contro di loro.58. La Commissione non cita Zbigniew Brzezinski, che in un libro pubblicato nel 1997 aveva scritto che gli Stati Uniti, per mantenere il loro primato mondiale, avevano bisogno delle vaste riserve di petrolio dell’Asia Centrale e che una nuova Pearl Harbour sarebbe stata utile per ottenere il consenso dell’opinione pubblica alle ambizioni imperialistiche americane.59. La Commissione non dice che membri chiave dell’Amministrazione Bush, fra cui Donald Rumsfeld e il suo delegato Paul Wolfowitz, già da molti anni manovravano per favorire una nuova guerra contro l’Iraq.60. La Commissione non riferisce di appunti, presi durante conversazioni dell’11 settembre di Donald Rumsfeld, che mostrano come egli fosse determinato a utilizzare gli attacchi quale pretesto per una guerra contro l’Irak.61. L’omissione della dichiarazione contenuta nel Progetto per un Nuovo Secolo Americano che “il bisogno di una forte presenza americana nel Golfo oltrepassa la questione del regime di Saddam Hussein”.62. La Commissione afferma che il protocollo della FAA (Federal Aviation Agency) dell’11 settembre richiedeva un lungo processo di passaggi nella catena di comando, ma al tempo stesso cita prove del contrario.63. La Commissione afferma che in quei giorni solo due basi dell’US Air Force nel settore Nordest del NORAD (North American Aerospace Defense Command, Centro di comando della Difesa Aerospaziale dell’America del Nord) tenevano caccia in allerta. In particolare, non c’erano aerei da combattimento in allerta a McGuire o a Andrews, cioè vicino a Washington e a New York.64. La Commissione omette di dire che, di norma, la base Andrews dell’US Air Force (a Wahington) teneva permanentemente in allerta numerosi caccia.65. La Commissione ha accettato una duplice affermazione: a) che il colonnello Marr del NEADS (North East Air Defense Sector) doveva telefonare a un superiore per ottenere il permesso di inviare dei caccia dalla base di Otis; b) che la chiamata richiese otto minuti.66. La Commissione ha accettato il fatto che la perdita del segnale del trasponditore di un aereo rende virtualmente impossibile la sua localizzazione da parte dei radar delle forze armate americane.67. (omissis)68. La Commissione afferma che i caccia della base di Otis, dopo che ebbero ricevuto l’ordine di alzarsi in volo, rimasero fermi al suolo per sette minuti perché non sapevano dove andare.69. La Commissione afferma che l’esercito americano, alle ore 9,03, ora in cui l’aereo del volo UA175 colpì la Torre Sud del WTC, non era informato del suo dirottamento.70. La Commissione non spiega perché: a) un rapporto del Norad, da cui risultava che la FAA (Federal Aviation Agency) aveva notificato ai militari alle 8 e 43 il dirottamento del volo UA175, precedentemente accettato, ora venisse ritenuto falso; b) come mai questo rapporto, se falso, abbia potuto essere pubblicato e non sia stato rettificato per quasi tre anni.71. La Commissione afferma che l’11 settembre la FAA ha avviato una teleconferenza solo a partire dalle 9 e 20.72. La Commissione non menziona un promemoria nel quale Laura Brown, membro della FAA, afferma che la teleconferenza cominciò alle 8 e 50 circa e che riguardò soprattutto il dirottamento del volo UA175.73. La Commissione afferma che la teleconferenza della NMCC (National Military Command Center, Centro Nazionale del Comando Militare) non cominciò prima delle 9 e 29.74. La Commissione afferma che il volo AA77 non ha deviato dalla sua rotta prima delle 8 e 54, ma omette di dire che in rapporti precedenti erano state dichiarato le ore 8 e 46.75. La Commissione è stata costretta a menzionare il fatto che l’annuncio del crash di un jet nel Kentucky, avvenuto più o meno nello stesso momento in cui il volo AA77 spariva dal radar della FAA, fu preso tanto sul serio dai responsabili sia della FAA sia dell’unità del contro terrorismo dell’FBI da essere riferito alla Casa Bianca.76. La Commissione afferma che il volo AA77 volò quasi 40 minuti nello spazio aereo americano in direzione di Washington senza essere rilevato dai radar militari.77. La Commissione non è stata in grado di spiegare come il rapporto del NORAD, ritenuto erroneo, nel quale venivano indicate le ore 9 e 24 come ora del dirottamento del volo AA77, abbia potuto essere pubblicato, ossia se i responsabili del NORAD hanno mentito o sono stati ingannati per quasi tre anni.78. (omissis)79. La Commissione afferma che i militari non furono avvertiti dalla FAA di un probabile dirottamento del volo AA77 prima che il Pentagono fosse colpito.80. (omissis)81. La Commissione afferma che nessuna delle teleconferenze riuscì a coordinare la FAA e le risposte militari ai dirottamenti perché “nessuna includeva alti responsabili della FAA e del ministero della Difesa”, nonostante Richard Clarke abbia dichiarato che la sua videoconferenza comprendeva la direttrice della FAA, Jane Garvey, il ministro della Difesa Rumsfeld e il generale Richard Myers, capo ad interim delle forze armate.82. La Commissione afferma di non sapere quale membro del ministero della Difesa partecipò alla videoconferenza con Richard Clarke. Clarke invece afferma nel suo libro che si trattava di Donald Rumsfeld e del Generale Myers.83. La Commissione accetta la dichiarazione del Generale Myers di trovarsi su Capitol Hill durante gli attacchi, e non menziona la contraddizione contenuta nel resoconto di Richard Clarke, il quale afferma che Meyers si trovava al Pentagono e partecipava alla videoconferenza.84. (omissis)85. La Commissione non riporta la testimonianza del ministro dei Trasporti, Norman Mineta, secondo il quale il vicepresidente Cheney e gli altri presenti nel rifugio sotterraneo furono avvertiti alle 9 e 26 che un aereo stava avvicinandosi al Pentagono.86. L’affermazione che i responsabili del Pentagono non sapevano dell’aereo che stava avvicinandosi prima delle 9.32 (o 9.34 o 9.36, in ogni caso solo qualche minuto prima che l’edificio fosse colpito).87. L’accettazione di due versioni contraddittorie a proposito dell’aereo che colpì il Pentagono: la prima riferisce dell’esecuzione di una virata di 330 gradi verso il basso (una “picchiata a grande velocità”), la seconda invece non fa menzione di questa manovra.88. L’affermazione che i caccia di Langley, che ricevettero il presunto ordine di decollare rapidamente per proteggere Washington contro il “volo fantasma AA11”, non erano affatto nei pressi di Whashington perché furono mandati per errore in direzione dell’oceano.89. La Commissione non cita alcuna delle prove che avvallano l’ipotesi che ciò che ha colpito il Pentagono non fosse il volo AA77.90. La Commissione afferma che i militari non furono informati dalla FAA del dirottamento del volo UA93 prima dello schianto.91. (omissis)92. La Commissione omette di dire che i Servizi Segreti non possono non sapere ciò che anche la FAA conosce.93. La Commissione omette tutte le inchieste sulle ragioni per le quali l’NMCC lanciò la propria teleconferenza, nonostante, come ha detto Laura Brown della FAA, questo non rientri nel protocollo standard.94. La Commissione omette tutte le inchieste sulle ragioni per le quali il Generale Montague Winfield, direttore delle Operazioni dell’NMCC, non solo si fece rimpiazzare da un ufficiale inferiore (il capitano Leidig), ma lo lasciò al comando anche quando fu chiaro che il Pentagono si trovava di fronte a una crisi senza precedenti.95. La Commissione afferma che la FAA, tra le 10.10 e le 10.15, notificò (in modo erroneo) ai Servizi Segreti che il volo UA93 era ancora in cielo e si stava dirigendo verso Washington.96. La Commissione afferma che il vicepresidente Cheney diede l’autorizzazione ad abbattere l’aereo del volo UA93 solo dopo le 10.10, ossia diversi minuti dopo che si era schiantato, e che questa autorizzazione non fu trasmessa all’esercito prima delle 10.31.97. La Commissione omette le prove che il volo UA93 fu abbattuto da un aereo militare.98. (omissis)99. (omissis)100. La Commissione afferma che Cheney non raggiunse il rifugio sotterraneo del PEOC (President’s Emergency Operation Center) prima delle 9.58.101. La Commissione omette diverse testimonianze, tra cui quella resa alla Commissione stessa dal ministro dei Trasporti, Mineta, dalle quali risulta che Cheney si trovava nel PEOC prima delle 9.20.102. La Commissione afferma che l’autorizzazione ad abbattere un aereo civile doveva essere data dal Presidente.103. La Commissione omette i rapporti secondo i quali il colonnello Marr diede l’ordine di abbattere il volo UA93 e il generale Winfield e altri ufficiali dell’NMCC si aspettavano che un caccia raggiungesse il volo UA93.104. La Commissione omette i rapporti che indicavano che due caccia si trovavano a qualche chilometro da New York, e tre a soli 320 chilometri da Washington.105. La Commissione omette il fatto che nella regione Nordest degli Stati Uniti esistevano almeno sei basi militari con caccia in stato d’allerta.106. La Commissione accetta l’affermazione del generale Myers secondo il quale il NORAD aveva definito la sua missione in termini di difesa contro le sole minacce (verso gli Stati Uniti) provenienti dall’estero.107. La Commissione accetta l’affermazione del generale Myers secondo il quale il Norad non aveva preso in considerazione la possibilità che dei terroristi potessero utilizzare aerei di linea dirottati come dei missili.108. La Commissione non mette nella dovuta luce il significato che il NORAD aveva effettivamente preso in considerazione il pericolo rappresentato da aerei di linea, dirottati per essere utilizzati come missili.109. La Commissione trascura che le manovre militari (war games) programmate per quel giorno abbiano influito sul fallimento dei militari a intercettare gli aerei di linea dirottati.110. (omissis)111. (omissis)112. La proclamata indipendenza della Commissione è compromessa dal fatto che Philip Zelikow, suo direttore esecutivo, era uno stretto collaboratore di Condoleeza Rice.113. La Commissione non dice che la Casa Bianca cercò dapprima di impedire la costituzione di una commissione d’inchiesta, poi cercò di ostacolarla di diversi modi, ad esempio accordandole un budget molto ridotto (ndt: circa 15 milioni di dollari. Il film Vol 93 di Paul Greengrass ne è costati 18, e World Trade Centre di Oliver Stone quattro volte di più, ossia 60 milioni di dollari. Per costituire la commissione ci sono voluti 441 giorni. Bush propose Kissinger come presidente; alla fine vi rinunciò costretto dalle veementi critiche dell’opinione pubblica).114. La Commissione non dice che il suo presidente, la maggior parte dei suoi membri e almeno la metà del personale erano in conflitto di interessi.115. La Commissione, che si vanta di aver steso la versione definitiva del rapporto senza dissensi interni, non dice che ciò è stato possibile dopo le dimissioni di Max Cleland, il commissario più critico nei confronti della Casa Bianca, che aveva giurato che “non sarebbe stato complice di un’interpretazione parziale delle informazioni”.
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