NEL 2035 SERVIREBBE UN ALTRO PIANETA... sottolineo...
solamente due anni fa il rapporto parlava del 2050...
ROMA - Stiamo divorando il Pianeta e la natura sta vivendo una vera e propria "recessione ecologica". La domanda delle attività umane è infatti di circa un terzo in più di quanto la Terra possa realmente sostenere. Questo il quadro fornito dal Living Planet Report 2008 del Wwf, in collaborazione con la Società Zoologica di Londra e il Global Footprint Network, lanciato oggi a livello globale, secondo cui se la pressione mondiale continuerà a crescere ai ritmi attuali, intorno al 2035 potremmo aver bisogno di un altro Pianeta per mantenere gli stessi stili di vita. Appena due anni fa, nell'edizione precedente, il rapporto parlava della stessa prospettiva, ma al 2050.L'Italia fa la sua parte, consumando il quadruplo di risorse naturali rispetto al dovuto si piazza al 24/o posto della classifica dei Paesi con la maggiore "impronta ecologica". Il peggiore risultato però è sul fronte acqua, dove il Belpaese é il quarto maggiore consumatore al mondo, subito dietro a Usa, Grecia e Malesia. Se fino al 1961 il mondo poi era ancora in credito, negli ultimi 45 anni la domanda di 'natura' è più che raddoppiata, per via della crescita demografica e dei consumi individuali. Per invertire la rotta la ricetta è una vera e propria rivoluzione economica, che si basa sul fatto che esiste una quota di natura a disposizione di ciascuno essere umano. "Innanzitutto occorre avviare un sistema di contabilizzazione della natura dell'impatto delle varie politiche - spiega Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia - poi affrontare la questione clima con il taglio della CO2, infine iniziare a pagare il servizio che l'ecosistema offre. Ad esempio, nel caso di un fiume, pagando chi si occupa della sua conservazione". Se salta il sistema Pianeta insomma, subiremo disastri ben più grandi di una crisi finanziaria. Ecco i principali dati del Living Planet Report 2008, che considera tre indici e si basa su dati statistici del 2005:
- INDICE DELL'IMPRONTA ECOLOGICA: è la domanda dell'umanità sulla natura, dove pesano molto le emissioni di CO2. La biocapacità globale è di 2,1 ettari pro capite mentre l' impronta ecologica globale è di 2,7. Tre quarti della popolazione umana vive in Paesi che sono debitori in termini ecologici e gli Stati Uniti detengono la maglia nerà. Usa e Cina segnano il 21% ciascuna di consumo della biocapacità globale, seguiti dall'India, con il 7%. Gli statunitensi 'mangiano' una media di 9,4 ettari globali (come dire che ciascuno vive con le risorse di circa 4,5 pianeti Terra). L'Italia è al 24/o posto, con un'impronta di 4,8 ettari globali pro capite ed una biocapacità di 1,2 ettari;
- IMPRONTA IDRICA: novità di questo rapporto, considera i consumi di acqua per la produzione di beni e servizi di un Paese, sia dall'interno sia dall'esterno. Dietro ad una maglietta di cotone si nascondono 2.900 litri di acqua e sono necessari 15.500 litri per 1 kg di carne di manzo. L'Italia è il quarto maggiore consumatore di acqua al mondo, con un consumo di 2.332 metri cubi pro capite annui (dei quali 1.142 interni e 1.190 esterni);
- INDICE DEL PIANETA VIVENTE: tenendo conto dell'analisi di circa 5.000 popolazioni di 1.686 specie di animali vertebrati (mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci) mostra come dal 1970 si sia verificato il declino complessivo della biodiversità (patrimonio vita sul Pianeta) di circa il 30%. Nelle aree tropicali il crollo è addirittura del 50%.
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